Siamo in clima di finale dei mondiali, c’è un gran dire per chi giocherà titolare, per definire la schiera di giocatori per vincere, per realizzare un sogno.
La stessa cosa fa Gesù nel Vangelo che abbiamo ascoltato, chiama i dodici apostoli e li invia a due a due. Li invia a portare la presenza di Dio, la cura di Dio per l’umanità. Oggi siamo noi la squadra di Dio, tutti titolari, sì nessuno escluso o deve sentirsi escluso, neppure Amos che era un mandriano. Dio ha bisogno di tutti in qualsiasi condizione o situazione vivono.
In forza del battesimo siamo titolari, cioè coinvolti a portare l’esperienza della gratuità dell’amore di Dio che salva, rimette in piedi, guarisce. Siamo consapevoli di questa chiamata?
Essere consapevoli significa giocarci la vita per realizzare il regno di Dio, realizzare lo stile di Dio su questa terra e ciascuno con il proprio ruolo.
Vediamo la strategia del commissario tecnico Gesù.
Li manda a due a due, non da soli. Nel singolo Dio non si testimonia. Insieme per sostenersi, per aiutarsi, per condividere per imparare a fare insieme, camminare con il passo dell’altro. Meglio una meta raggiunta dopo tanto tempo insieme che in poco tempo ma da soli.
Dava loro potere sugli spiriti impuri. Qual è il mio potere che mi è stato donato? Ciascuno di noi ha delle potenzialità per il bene degli altri. Ci sono state donate per il bene comune che fine hanno fatto? Le usiamo oppure abbiamo paura?
Portarsi solo il bastone. Serve per sostenersi non serve altro, significa confidare non unicamente su tanti mezzi ma su chi ci manda. Significa fidarsi di bussare e aprire porte, entrare nei cuori, farsi vicino a chi è ammalato, a chi ha bisogno. E’ importante il COME ci facciamo vicini più che il che cosa abbiamo da dimostrare.
Rimanere. Se vi accolgono in casa rimanete. Significa condividere quella situazione, ascoltare, scacciare il demonio della solitudine, guarire ferite. Oggi dove non c’è tempo per rimanere, tutto dev’essere veloce è importante questo fermarsi.
Se non vi accoglieranno andatevene. Se non ti accolgono non fare la guerra, non vendicarti va da un’altra parte. Esprime la forte libertà che ognuno deve respirare di fronte al Vangelo, alla buona notizia del Dio con noi.
Giochiamoci questa finale, è la partita della nostra vita, vincerla significa dare senso pieno al dono della vita, significa realizzare qui il regno di Dio, realizzare lo stile, la presenza di Dio che Gesù ci ha testimoniato con la sua vita.