Ho chiesto durante un campo a dei giovani a provare a disegnare il volto di Dio. Sono emersi diversi volti, disegni…
Oggi e è proseguo del vangelo di domenica scorsa, Pietro dopo aver dichiarato che Gesù è il figlio di Dio oggi si inciampa nel suo pensiero solo umano e di fronte a un Gesù che dice che dovrà patire, essere rifiutato morire e risorgere, non ci sta rimprovera Gesù.
Questo perché ha in mente un volto di Dio che cozza con il volto che Gesù sta mostrando nel cammino verso Gerusalemme.
Forse ci ritroviamo anche noi nei panni di Pietro, vorremmo un Dio forte, potente, grande nella gloria, che magari sistemasse tutto, punisse chi sbaglia…
Gesù di fronte a un Dio così dice a Pietro vai dietro a me satana. Richiamo duro, riporta Pietro al suo posto, non mettere il suo modo di pensare il salvatore davanti ma mettersi dietro a Gesù, camminare con lui, altrimenti diventa satana, cioè divisore, colui che crea divisione, confusione.
Allora mettiamoci tutti dietro a Gesù per guardare a lui e così aprirci al volto di dio che lui ci mostra, per non correre anche noi il rischio di diventare satana, cioè di allontanare noi e altri dal volto di Dio che Gesù ci ha mostrato. Dietro a lui ci sentiamo dire: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso prenda la sua croce e mi segua.”
Intanto quel se, è una scelta libera non imposta. Gesù non ci obbliga ma ci lascia ogni giorno la scelta di muovere dei passi dietro a lui.
Forse come cristiano abbiamo bisogno di riscoprire questa libertà, questa scelta da fare non perché ci sentiamo costretti ma attirati, attratti dal suo modo di fare, dalla logica del dono che per primo abbiamo sperimentato.
Rinnegare se stessi, non è rinunciare a ciò che si è, a ciò che si vive, ma alla pretesa di fare da soli, di decidere in autonomia e di lasciarci guidare dalla sua parola. Tante volte ci lasciamo guidare dai nostri criteri, pensieri, paure, Gesù ci invita ad aprirci alla sua parola per compiere quei gesti di vita.
Prenda la sua croce. Quante volte scambiamo la croce con le disgrazie, i problemi, le persone vicine. La croce è il luogo più alto dive invece si manifesta l’amore di Do per noi soprattutto nell’impotenza, nella fragilità. Nella scelta della via della mitezza per portare vita. Prendere la croce è prendere la modalità di Gesù per affrontare le varie relazioni in famiglia, a lavoro dove a volte ci sono ferite, incomprensioni, sbagli. Prendere la croce può comportare ad essere disposti a passare sopra a una parola che mi ha fatto male, disposti a fare verità con noi stessi, dirci le cose come stanno, a essere disponibili a mettere da parte il proprio orgoglio o la volontà di vincere a tutti i costi…
Dentro le situazioni come posso viver la croce che è logica di dono per far rifiorire la vita.
Il terzo giorno risorgerà, Gesù è consapevole e si fida del Padre che in questo dono di se, in questo perdere la vita la ritroverà. Il terzo girono dice che da una realtà critica e disperata, il Signore fa germogliare una novità che cambia completamente la situazione.
Che bello poter camminare dietro a Gesù con questa consapevolezza di vivere le nostre croci quotidiane con la speranza certe che si ci stiamo dentro, se accettiamo di dare il Signore fa rifiorire qualcosa di nuovo. Dietro a Gesù apriamoci al volto di Dio che porta vita anche attraverso la croce. Fermiamoci a contemplare di più il crocifisso.