Una frase che a volte sii sente è “Si è sempre fatto così”, oppure io quello là lo conosco”.
Espressioni che dicono presunzione, una certa chiusura e paura ad aprirsi al nuovo, al andare in profondità oltre alla superficie a quello che si presume di sapere. Dice il rischio di pregiudizi etichette che applichiamo alle persone e a Dio.
Gesù nel vangelo di oggi si trova a fare i conti proprio con questo, ma questo lo conosciamo è il figlio di…
Quel stupore iniziale della gente del villaggio di Gesù anziché diventare accoglienza, apertura ad una novità si trasforma in chiusura, incredulità, la gente si scandalizza di Gesù.
Perché si scandalizza, perché non ritengono che Dio si possa mostrare nei gesti umani di Gesù, nel suo farsi prossimo, vicino a chi ha bisogno, nel guarire, nel mangiare con i peccatori e pubblicani. Un Dio che non giudica, che non è venuto per i sani ma peri malati, misericordia voglio e non sacrificio.
La gente di Nazareth rimane ferme sulle proprie idee, su ciò che conosce di Gesù ma non riesce ad aprirsi alla fiducia che nella sua umanità Dio si fa incontro all’uomo.
Può essere lo stesso rischio per noi oggi perché l’umanità di Gesù oggi siamo noi, la chiesa il corpo di Cristo vivo e operante nel mondo. Ma tante volte ci scandalizziamo, di fronte alle nostre o altrui debolezze, sbagli, oppure rimaniamo chiusi verso le novità. C’è il rischio di avere dei pregiudizi verso chi propone qualcosa di nuovo, o verso chi può sbagliare non offrendo una seconda possibilità, chiudiamo e basta.
Oppure rimaniamo fermi sulle nostre convinzioni, Dio non può farsi presente nella mia passione per la vita, quando mi prendo cura di un’altra persone, Dio è altro…
E non poteva compiere nessun prodigio… questa chiusura, incredulità blocca il flusso di vita che Dio desidera per noi. Come reagisce Gesù di fronte a questa chiusura e incredulità?
Noi a volte diremmo basta, chi me lo fa fare, Gesù non si deprime, riconosce questo rifiuto, tuttavia non si lascia guidare dalla tristezza o delusione o rabbia, ma guarisce alcuni, continua il suo cammino insegnando nei villaggi vicini. Anche se non ha conferme dai suoi Gesù continua a portare vita ad essere profeta: cioè presenza di Dio della sua misericordia in parole e gesti.