In questa settimana intrecciamo un nuovo filo quello del perdono. E’ di colore verde che richiama lo sbocciare della vita nuova, della primavera.
Quanto c’è bisogno id questo verde, di questa nuova creazione nella nostra vita?
Chi non sbaglia? La prima lettura mette in luce l’infedeltà del popolo di Dio, si tira indietro dal legame con Dio, volta le spalle.
Constatiamo tutti la fragilità dentro le nostre relazioni, pensiamo a chi può averci ferito con una parola, un atteggiamento una scelta mossa da cattiveria o egoismo.
Si rompono tante relazioni, legami. Di fronte a un torto, a una ferita viene spontaneo chiudere, andare lontani, riempirci di paure.
Risuona forte la parola di Gesù: Dio non ha mandato il figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo si salvato per mezzo di lui.
Allora bisogna, di fronte ai nostri legami spezzati ricuperare lo sguardo di Dio, lui non condanna, ma manda Gesù per salvare. Lo fa dando la sua vita per noi. La croce è il segno estremo della fedeltà di Dio per noi, per dirci che siamo sempre ricuperabili, che Dio distingue tra peccato e peccatore. Il peccato è sempre condannato ma mai il peccatore, cioè noi. Dio ha tanto amato i mondo da dare il suo figlio unigenito per noi.
Come fare per poter vivere il perdono dentro le nostre relazioni per farle rifiorire?
Riscoprire questa gratuità di Dio per noi. Noi non siamo cristiani perché amiamo Dio. Siamo cristiani perché crediamo che Dio ci ama: “Per grazia siete stati salvati mediante la fede”.
Cosa significa questo che Dio non ci chiede di essere perfetti, ma di fidarci sempre della sua misericordia per noi che scaturisce dalla croce.
Significa prendere in mano la nostra vita. C’è bisogno di pregare con la propria storia, di accettare sé stessi, di saper convivere con i propri limiti, e anche di perdonarsi, per poter avere questo medesimo atteggiamento verso gli altri. A volte non perdoniamo gli altri perché per primi non perdoniamo noi stessi.
La strada maestra per questo è fidarci di aprire il cuore alla misericordia attraverso una confessione vera, sincera, senza paura di ciò che sono per far rifiorire le relazioni.
Il perdono non è facile abbiamo bisogno di una terapia: la preghiera con la parola di Dio che ci rimette in piedi, Salmo 102, e confessione finché non si scioglie il nodo della sofferenza causato dal male.
Chi crede in lui non è condannato, cioè chi crede non si esclude da solo da questa misericordia ma si lascia abbracciare da essa per trovare vita.