Mi ha colpito in questi giorni un giovane che doveva fare il testimone in occasione del matrimonio di un amico è venuto per la confessione nel scambiarci due parole ha detto: “Ho stirato la camicia per la cerimonia ma non basta, sono venuto a preparare il cuore.
Bello, un’espressione che dice in sintesi il messaggio del vangelo di oggi, non fermarci all’esteriorità con il rischio di essere ipocriti, ma scendere dritti verso il cuore.
E’ quello che invita a fare Gesù ai scribi e ai farisei. Essi si lamentano che i discepoli di Gesù non seguono le tradizioni, la legge (i farisei erano scrupolosi osservanti della legge). Gesù prende la palla al balzo per mettere in luce una realtà anche di oggi: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”. Gesù denuncia uno scollamento tra fede e vita, sono come due binari paralleli che non si incontrano mai.
E’ facile fermarsi all’esteriore a ciò che appare, o a ciò che si deve fare per apparire bene, per dimostrare di essere apposto anche davanti a Dio. Ma un cuore lontano da Dio è un cuore lontano dall’uomo.
E’ più facile oggi fermarsi alla cerimonia a curare luci, fiori, candele, canti ma poi non fermarsi alla cura dell’uomo, non celebrare la vita nelle nostre liturgie, portare la propria vita.
Con quella espressione forte di Gesù: “Ipocriti” egli ci invita a fare un viaggio dall’esterno all’interno, al fermarsi è colpa di… è responsabilità di… all’ascoltare il nostro cuore.
C’è una malattia del cuore che è quella di farlo diventare duro, anestetizzarlo perché si è sempre fatto così, è più comodo che qualcuno mi dica cosa fare che mettersi in ascolto della Parola e trovare la propria risposta. Un cuore che si ferma alle norme e non guarda al bisogno, alla situazione della persona. Tutte le norme che non portano alla cura dell’umanità sono contro Dio.
Allora proviamo ad entrare nel nostro cuore, forse ci fa paura, forse è più facile dare la colpa alla società, agli altri perché le cose vanno male o perché c’è troppa violenza cattiveria.
Entriamo nel nostro cuore e proviamo a chiederci COSA C’E’ NEL MIO CUORE: forse è abitato da pensieri di avidità, malvagità, di rabbia, inganno, falsità, calunnia…
Dicendo così Gesù ci invita a fare un cekup del nostro cuore, ma anche a riconoscere che tutto ciò che ci circonda la bellezza del creato, dell’uomo e della donna non sono impure in sé, dipende sotto quale luce del cuore le guardiamo, a noi ha dato il potere di renderle belle pure o impure
Chiediamo di fidarci di vivere questo viaggio, dritti verso il cuore perché questo ci fa vivere in pienezza, ci fa gustare la vita e ci fa portare vita.