foglietto n. 37/2021
Domenica 5 Settembre 2021
XXIII Domenica del Tempo Ordinario
Prenotazione delle Messe per i defunti: in canonica negli orari di apertura e in sacrestia prima e dopo le celebrazioni;
Da questa domenica le Messe domenicali riprendono con solito orario: a Silvelle ore 8.30 e 10.30 a S. Ambrogio ore 9.30 – 11.00
Appuntamenti comunitari della settimana:
* Lunedì 6 settembre ore 20.45 in Oratorio Silvelle: Incontro del Gruppo Festeggiamenti parrocchiale con i referenti dei gruppi della parrocchia;
* Giovedì 9 settembre ore 20.45 in Oratorio S. Ambrogio: Incontro del Consiglio Pastorale e del Gruppo Festeggiamenti parrocchiale;
* Domenica prossima invitiamo alla Messa i ragazzi delle elementari e medie, che iniziano la Scuola e al termine ci sarà una preghiera di benedizione per il nuovo anno scolastico;
* Anno Scolastico 2021 – 2022: in questi giorni riaprono le nostre Scuole dell’Infanzia di S. Ambrogio e di Silvelle (servizio Nido e Scuola dell’Infanzia) luogo educativo prezioso per i nostri bambini e le loro famiglie, ricordiamo l’importante impegno delle maestre.
* Pellegrinaggio delle Diocesi del Triveneto al Santuario di Lourdes dal 6 al 10 settembre;
* Festa Patronale a Trebaseleghe: Natività di Maria Mercoledì 8 settembre S. Messe ore 7.30 – 9.30 – 11.00 – 19.00 (causa Covid non è prevista la processione serale)
Gesto di Carità: CESTO della CONDIVISIONE in Chiesa (aiuto alle famiglie del territorio, si portano generi di prima necessità riso, legumi, scatolame) verranno distribuiti al sabato pomeriggio presso il Centro Caritas a Levada;
Celebrazione comunitaria ANNIVERSARI di MATRIMONIO 2021:
Domenica 19 settembre S. Messa ore 10.30 a Silvelle
Domenica 26 settembre S. Messa ore 11.00 a S.Ambrogio
ORATORIO S. Ambrogio:
gli spazi esterni per il gioco sono aperti al pomeriggio
domeniche di settembre, riprende il servizio del Bar per le famiglie;
ORATORIO di Silvelle:
gli spazi esterni per il gioco sono aperti al pomeriggio, il Campo da Tennis è stato ultimato ed è possibile giocare su prenotazione;
Amministrazione Comunale di Trebaseleghe, Assessore ai Servizi Sociali – Progetto Lavoro della Regione Veneto.
Si cercano 5 persone di impiegato amministrativo con relativa professionalità (contratto a tempo determinato – bando pubblicato nel sito istituzionale comunale)
COMMENTO AL VANGELO
«Effatà»: quando apri la tua porta la vita viene
di E. Rocchi
Vangelo di Marco (7,31-37)
Gesù, uscito dalla regione di Tiro, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in di-sparte, gli pose le dita negli orecchi e gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciol-se il nodo della sua lingua e parlava correttamente (…).
Portarono a Gesù un sordomuto. Un uomo prigioniero del silenzio, una vita senza parole e senza musica, ma che non ha fatto naufragio, perché accolta dentro un cerchio di amici che si prendono cura di lui: e lo condussero da Gesù. La guarigione inizia quando qualcuno mette mano all’umanissima arte dell’accompagnamento.
E lo pregarono di imporgli la mano. Ma Gesù fa molto di più, non gli basta imporre le mani in un gesto ieratico, vuole mostrare l’eccedenza e la vicinanza di Dio: lo prese in disparte, lontano dalla folla: «Io e te soli, ora conti solo tu e, per questo tempo, niente è più importante di te». Li immagino occhi negli occhi, e Gesù che prende quel volto fra le sue mani.
Seguono gesti molto corporei e delicati: Gesù pose le dita sugli orecchi del sordo. Le dita: come lo scultore che modella delicatamente la creta che ha plasmato. Come una carezza. Non ci sono parole, solo la tenerezza dei gesti.
Poi con la saliva toccò la sua lingua. Gesto intimo, coinvolgente: ti do qualcosa di mio, qualcosa che sta nella bocca dell’uomo, insieme al respiro e alla parola, simboli della vita.
Vangelo di contatti, di odori, di sapori. Il contatto fisico non dispiaceva a Gesù, anzi. E i corpi diventano luogo santo d’incontro con il Signore, laboratorio del Regno. La salvezza non è estranea ai corpi, passa attraverso di essi, che non sono strade del male ma «scorciatoie divine» (J.P.Sonnet),
Guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro. Un sospiro non è un grido che esprime potenza, non è un singhiozzo, ma il respiro della speranza, calma e umile, il sospiro del prigioniero (Sal 102,21), e Gesù è anche lui prigioniero con quell’uomo.
E gli disse: Effatà, apriti! In aramaico, nel dialetto di casa, nella lingua della madre, ripartendo dalle radici: apriti, come si apre una porta all’ospite, una finestra al sole, le braccia all’amore. Apriti agli altri e a Dio, anche con le tue ferite, attraverso le quali vita esce e vita entra. Se apri la tua porta, la vita viene.
Una vita guarita è quella che si apre agli altri: e subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. Prima gli orecchi. Perché il primo servizio da rendere a Dio e all’uomo è sempre l’ascolto. Se non sai ascoltare, perdi la parola, diventi muto o parli senza toccare il cuore di nessuno. Forse l’afasia della chiesa dipende oggi dal fatto che non sappiamo più ascoltare, Dio e l’uomo. Dettaglio eloquente: sa parlare solo chi sa ascoltare. Dono da chiedere instancabilmente, per il sordomuto che è in noi: donaci, Signore, un cuore che ascolta (cfr 1Re 3,9). Allora nasceranno pensieri e parole che sanno di cielo.