foglietto n. 38/2020
4 Ottobre 2020 – XXVII Domenica del Tempo Ordinario
ACCESSO ALLA CHIESA PER LE CELEBRAZIONI
Ricordiamo che per l’accesso alla chiesa è necessario igienizzarsi le mani, sedersi sui banchi o sulla sedia dove è indicato da un segna posto, e tenere la mascherina per tutto il tempo della celebrazione. L’accesso alla chiesa è dalla porta centrale, per chi ha dei problemi e per le carrozzine è dalla porta laterale verso il campanile. Esortiamo tutti ad avere pazienza e a sopportare gli inevitabili disagi, compreso quello di non poter entrare in chiesa se i posti fossero tutti occupati.
BATTESIMI
Domenica 11 ottobre ore 12 battesimo di Gouba Simona Kourfo di Alexandre e Gouba Sango Patricia Wofom; Gouba Jannis Gabriel di Abel e Jabre Ella. Li accompagniamo con la preghiera.
LOTTERIA PARROCCHIALE
Purtroppo quest’anno non sarà possibile lo svolgimento della sagra parrocchiale e della pesca di beneficenza all’interno della sagra come di consueto. La parrocchia intende realizzare una lotteria per il giorno 25 ottobre per far fronte alle spese della parrocchia e ultimare i lavori di sistemazione del piazzale della chiesa. Per questo, nelle prossime settimane degli incaricati passeranno per le abitazioni del paese proponendo l’acquisto di biglietti della lotteria. Vi ringraziamo per la collaborazione.
ADORAZIONE EUCARISTICA
Venerdì 9 ottobre ore 20.45 in chiesa la possibilità di vivere un momento di preghiera davanti a Gesù Eucarestia affidando le necessità della nostra comunità.
VANGELO NELLE CASE
In ottobre ricominciano gli incontri del Vangelo nelle case. Chi desidera partecipare e avere informazioni può telefonare ad Antonella (3402851770) o Mara (3492850757)
BUSTE PARROCCHIALI, sto raccogliendo ancora le vostre buste parrocchiali, ringrazio quanti contribuiscono secondo coscienza e possibilità per il bene della comunità.
Inoltre si può sostenere il pagamento dei lavori del sagrato attraverso:
1) Una pietra per il sagrato
Consiste nell’acquistare simbolicamente una o più pietre per il sagrato al costo di 50 euro l’una. Si possono acquistare anche con offerte straordinarie tramite bonifico bancario specificando la causale “una pietra per il sagrato”. Di seguito gli estremi per il bonifico:
PARROCCHIA S. AMBROGIO DI GRION IBAN IT 24 Y 08327 62941 000000012690 presso BANCA DI CREDITO COOPERATIVO AG. TREBASELEGHE
2) Prestiti Graziosi
È una modalità che permette di fare un prestito, che non matura interessi, alla Parrocchia e che verrà restituito dopo almeno 12 mesi su richiesta della famiglia donante. Il tutto verrà regolato attraverso l’accordo “Scrittura privata di prestito infruttifero”. Chi sceglie questa modalità deve rivolgersi personalmente al Parroco.
Dall’udienza di Papa Francesco di Mercoledì 30 settembre
“Guarire il mondo”: 9. Preparare il futuro insieme a Gesù che salva e guarisce
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nelle scorse settimane, abbiamo riflettuto insieme, alla luce del Vangelo, su come guarire il mondo che soffre per un malessere che la pandemia ha evidenziato e accentuato. Il malessere c’era: la pandemia lo ha evidenziato di più, lo ha accentuato. Abbiamo percorso le vie della dignità, della solidarietà e della sussidiarietà, vie indispensabili per promuovere la dignità umana e il bene comune. E come discepoli di Gesù, ci siamo proposti di seguire i suoi passi optando per i poveri, ripensando l’uso dei beni e prendendoci cura della casa comune. Nel mezzo della pandemia che ci affligge, ci siamo ancorati ai principi della dottrina sociale della Chiesa, lasciandoci guidare dalla fede, dalla speranza e dalla carità. Qui abbiamo trovato un solido aiuto per essere operatori di trasformazione che sognano in grande, non si fermano alle meschinità che dividono e feriscono, ma incoraggiano a generare un mondo nuovo e migliore.
Vorrei che questo cammino non finisca con queste mie catechesi, ma che si possa continuare a camminare insieme, «tenendo fisso lo sguardo su Gesù» (Eb 12,2), come abbiamo sentito all’inizio; lo sguardo su Gesù che salva e guarisce il mondo. Come ci mostra il Vangelo, Gesù ha guarito i malati di ogni tipo (cfr Mt 9,35), ha dato la vista ai ciechi, la parola ai muti, l’udito ai sordi…
Affinché questo accada realmente, abbiamo bisogno di contemplare e apprezzare la bellezza di ogni essere umano e di ogni creatura. Siamo stati concepiti nel cuore di Dio (cfr Ef 1,3-5). «Ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio. Ciascuno di noi è voluto, ciascuno di noi è amato, ciascuno è necessario» …
Interiormente mobilitati da queste grida che reclamano da noi un’altra rotta (cfr ibid., 53), reclamano di cambiare, potremo contribuire al risanamento delle relazioni con i nostri doni e le nostre capacità (cfr ibid., 19). Potremo rigenerare la società e non ritornare alla cosiddetta “normalità”, che è una normalità ammalata, anzi ammalata prima della pandemia: la pandemia l’ha evidenziata! “Adesso torniamo alla normalità”: no, questo non va perché questa normalità era malata di ingiustizie, disuguaglianze e degrado ambientale. La normalità alla quale siamo chiamati è quella del Regno di Dio, dove «i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo» (Mt 11,5). E nessuno fa il finto tonto guardando da un’altra parte. Questo è quello che dobbiamo fare, per cambiare. Nella normalità del Regno di Dio il pane arriva a tutti e ne avanza, l’organizzazione sociale si basa sul contribuire, condividere e distribuire, non sul possedere, escludere e accumulare (cfr Mt 14,13-21). Il gesto che fa andare avanti una società, una famiglia, un quartiere, una città, tutti è quello di darsi, dare, che non è fare un’elemosina, ma è un darsi che viene dal cuore. Un gesto che allontana l’egoismo e l’ansia di possedere. Ma il modo cristiano di far questo non è un modo meccanico: è un modo umano. Noi non potremo mai uscire dalla crisi che si è evidenziata dalla pandemia, meccanicamente, con nuovi strumenti – che sono importantissimi, ci fanno andare avanti e dei quali non bisogna avere paura – ma sapendo che neppure i mezzi più sofisticati potranno fare tante cosa ma una cosa non la potranno fare: la tenerezza. E la tenerezza è il segnale proprio della presenza di Gesù. Quell’avvicinarsi al prossimo per camminare, per guarire, per aiutare, per sacrificarsi per l’altro.
Così è importante quella normalità del Regno di Dio: il pane arrivi a tutti, l’organizzazione sociale si basi sul contribuire, condividere e distribuire, con tenerezza, non sul possedere, escludere e accumulare. Perché alla fine della vita non porteremo niente nell’altra vita!
AVVISI DELLA COLLABORAZIONE
ORARIO SS. MESSE NELLE PARROCCHIE DELLA COLLABORAZIONE
SETTIMANA SOCIALE
È iniziata la 34a Settimana Sociale dei Cattolici Trevigiani dal titolo “Anno Zero. Dalla crisi del Covid germogli di fraternità, cittadinanza e socialità, in vista del bene comune”. L’Azione Cattolica Vicariale vi invita ad assistere in presenza alle serate di lunedì 5 e martedì 6 ottobre rispettivamente dagli oratori di Camposampiero e Piombino Dese, dalle ore 20.30, ed interagire durante il dibattito. Le serate saranno trasmesse anche attraverso il canale YouTube della diocesi e il sito www.lavitadelpopolo.it
COMMENTO AL VANGELO
Nella vigna del Signore il bene revoca il male.
di E. Rocchi
Gesù amava le vigne: le ha raccontate, per sei volte, come parabole del regno; vi ha letto un simbolo forte e dolce (io sono la vite e voi i tralci, Gv 15,5); al Padre ha dato nome e figura di vignaiolo (io sono la vite vera e il Padre è l’agricoltore, Gv 15,1). Ma oggi il Vangelo racconta di una vendemmia di sangue. Una parabola dura, che vorremmo non aver ascoltato, cupa, con personaggi cattivi, feroci quasi, e questo perché la realtà attorno a Gesù si è fatta cattiva: sta parlando a chi prepara la sua morte. L’orizzonte di amarezza e violenza verso cui cammina la parabola è già evidente nelle parole dei vignaioli, insensate e brutali: Costui è l’erede, venite, uccidiamolo e avremo noi l’eredità!
Ma quale manuale di diritto civile hanno mai letto? È chiaro che non è il diritto ad ispirarli, ma quella forza primordiale e brutale, originaria e stupida, che in noi sussurra: devi sopraffare l’altro, occupa il suo posto, e allora avrai il suo campo, la sua casa, la sua donna, i suoi soldi. Quanto è diverso Dio, che ricomincia, dopo ogni tradimento, a mandare ancora servitori, altri profeti, infine suo Figlio; che non è mai a corto di sorprese e di speranza: che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna, che io non abbia fatto? Io, noi siamo vigna e delusione di Dio, e lui, contadino appassionato, continua a fare per me ciò che nessuno farà mai. Fino alla svolta del racconto: alla fine, che cosa farà il signore della vigna? La soluzione proposta dai capi del popolo è tragica: uccidere ancora, far fuori i vignaioli disonesti, sistemare le cose mettendo in campo un di più di violenza. Vendetta, morte, il fuoco dal cielo. Ma non succederà così. Questo non è il volto, ma la maschera di Dio. Infatti Gesù introduce la novità propria del Vangelo: la storia di amore e tradimenti tra uomo e Dio non si concluderà con un fallimento, ma con una vigna viva e una ripartenza fiduciosa: Perciò io vi dico: il regno di Dio sarà dato a un popolo che ne produca i frutti.
Trovo in queste parole un grande conforto: sento che i miei dubbi, i miei peccati, le mie sterilità non bloccano la storia di Dio; quel suo sogno di buon vino comunque avanza, niente lo arresta. La vigna darà il suo frutto, perché c’è ancora chi saprà difenderla e farla fruttificare. Ci sono, stanno sorgendo, nascono dovunque, e lui sa vederli, vignaioli bravi che custodiscono la vigna anziché depredarla, che servono l’umanità anziché servirsene. I custodi della fecondità. Nella vigna di Dio è il bene che revoca il male. La vendemmia di domani sarà più importante del tradimento di ieri. I grappoli gonfi di succo e di sole riscatteranno anche la sterilità di questi nostri inverni in ansia di luce.
(Letture: Isaia 5, 1-7; Salmo 79; Filippesi 4, 6-9; Matteo 21, 33-43).