foglietto n. 22/2018
3 Giugno 2018 – Corpus Domini
PULIZIE
Dal 04/06 al 8/06 G. genitori 4^elementare Ref. Baldassa Gianna
Dal 11/06 al 16/06 Centro d’ascolto n. 14 e 15 di Marcon Fabio e Basso Gianna
Dal 18/06 al 23/06 G. genitori 1^ media Ref. Fusaro Silvia
Dal 25/06 al 30/06 Centro d’ascolto 17-18-20 ref. Libralato Antonella
DOMENICA 3 giugno Solennità del Ss Corpo e Sangue del Signore, alla messa delle 9.30 sono invitati i bambini che hanno ricevuto al prima comunione vestiti con la veste e portando petali di fiori da spargere durante la processione
ASSEMBLEA DIOCESANA DI CONCLUSIONE DELL’ANNO PASTORALE venerdì 8 giugno ore 20.30 nel Tempio di S. Nicolò a Treviso. In questa assemblea il Vescovo darà alcuni indicazioni di massima su come continuare nel prossimo anno pastorale il cammino sinodale iniziato. Sono invitati i membri dei consigli pastorali, gli operatori pastorali e chiunque volesse partecipare.
CHIUSURA ATTIVITÀ AC: domenica 3 giugno.
Ore 9:30 S. Messa. 11:00 Inizio giochi con l’acqua. 12:30 Pranzo al sacco. 13:30 Saluti. Portare un cambio.
ASILO – RIUNIONE GENITORI NUOVI ISCRITTI Martedì 5 giugno ore 18
“I MINIONS ED IL CUBO DELLE EMOZIONI”
Venerdì 8 giugno 2018 alle ore 20.30 presso la Sala teatro “don Ilario Foscaro” si terrà la rappresentazione teatrale a cura dei genitori dei bambini dell’asilo ed aperta a tutti, offerta libera pro scuola materna. Gelato omaggio a fine spettacolo, partecipate numerosi!
PULIZIE DEL SALONE sabato 9 giugno dalle 15:00 alle 17:00. Sono invitati i genitori della scuola materna e dei ragazzi che frequenteranno il grest.
GIUBILEI DI MATRIMONIO domenica 10 giugno durante la messa delle ore 11.
AVVISI DELLA COLLABORAZIONE
ORARIO SS. MESSE NELLE PARROCCHIE DELLA COLLABORAZIONE
PELLEGRINAGGIO al Santuario Antoniano di Camposampiero in occasione della tredicina di S. Antonio MERCOLEDI’ 6 giugno ore 20, partenza dal monastero del Noce, ore 20.30 s. messa al Santuario dei frati.
SPOSI NUOVI: una settimana residenziale per famiglie dall’11 al 18 agosto a Crespano del Grappa organizzata dalla Pastorale Famigliare della collaborazione di Piombino Dese e Trebaseleghe. Per chi è interessato in chiesa ci sono i volantini da prendere.
QUESTIONE DI VITA O DI MORTE?
L’Azione Cattolica Adulti del vicariato di Camposampiero organizza un incontro per comprendere opportunità e punti problematici relativi alla Legge 219 del 22 dicembre 2017, entrata in vigore il 31 gennaio 2018, conosciuta come legge sulle “Disposizioni Anticipate di trattamento” o “Fine Vita”.
L’incontro si terrà sabato 9 giugno, dalle ore 16 alle ore 18 presso l’oratorio di Loreggia.
Relatore: Giovanni Poles (medico oncologo palliativista)
L’Associazione Combattenti organizza per Domenica 5 agosto 2018 una gita storico-culturale alla Cima Grappa e alla città di Bassano, con pranzo in ristorante a base di pesce. Per informazioni e prenotazioni entro il 15 luglio al signor Silvio Cian 3420699910
COMMENTO AL VANGELO
Il suo sangue nelle nostre vene. Così l’eucarestia ci trasforma
di E. Rocchi
Prendete, questo è il mio corpo. Il verbo è preciso e nitido come un ordine: prendete. Stringente e senza alibi. Gesù non chiede agli Apostoli di adorare, contemplare, venerare quel Pane, dice molto di più: io voglio stare nelle tue mani come dono, nella tua bocca come pane, nell’intimo tuo come sangue, farmi cellula, respiro, pensiero di te. Tua vita. Vi prego, prendete e dentro risuona tutto il bisogno di Dio di realizzare con noi una comunione senza ostacoli, senza paure, senza secondi fini. «Stringiti in me, stringimi in te» (G. Testori): il mio cuore lo assorbe, lui assorbe il mio cuore, e diventiamo una cosa sola.
Lo esprime con una celebre formula Leone Magno: partecipare al corpo e al sangue di Cristo non tende ad altro che a trasformarci in quello che riceviamo. Che possiamo tutti diventare ciò che riceviamo: anche noi corpo di Cristo. E allora capiamo che Dio non è venuto nel mondo con il semplice obiettivo di perdonare i nostri peccati. Sarebbe una visione riduttiva, sia di Dio che dell’uomo. Il suo progetto è molto più grande, alto, potente: portare cielo nella terra, Dio nell’uomo, vita immensa in questa vita piccola. Molto più del perdono dei peccati: è venuto a portare se stesso. Siamo abituati a pensare Dio come Padre, portatore di quell’amore che ci è necessario per venire alla vita; ma Dio è anche Madre, che nutre di sé i suoi figli, li nutre al suo petto, con il suo corpo. Ed è anche Sposo, amore esuberante che cerca risposta. Dice Gesù: i miei discepoli non digiunano finché lo sposo è con loro.
E l’incontro con lui è come per gli amanti del Cantico: dono e gioia, intensità e tenerezza, fecondità e fedeltà. Nel suo corpo Gesù ci dà tutta la sua storia, di come amava, come piangeva, come gioiva, ciò che lo univa agli altri: parola, sguardo, gesto, ascolto, cuore. Prendete questo corpo, vuol dire: fate vostro questo mio modo di stare nel mondo, il mio modo libero e regale di avere cura e passione per ogni forma di vita. Con il suo corpo Gesù ci consegna la sua storia: mangiatoia, strade, lago, volti, il duro della Croce, il sepolcro vuoto e la vita che fioriva al suo passaggio. Con il suo sangue, ci comunica il rosso della passione, la fedeltà fino all’estremo. Vuole che nelle nostre vene scorra il flusso caldo della sua vita, che nel cuore metta radici il suo coraggio. Che si estende fino ad abbracciare tutto ciò che vive quaggiù sotto il sole, i poveri, gli scartati, e poi i nostri fratelli minori, le piccole creature, il filo d’erba, l’insetto con il suo misterioso servizio alla vita, in un rapporto non più alterato dal verbo prendere o possedere, ma illuminato dal più generoso, dal più divino dei verbi: donare.
Il Corpus Domini di Don Tonino Bello
Non riesco a liberarmi dal fascino di una splendida riflessione di Garaudy a proposito dell’Eucaristia: «Cristo è nel pane. Ma lo si riconosce nello spezzare il pane». Sicché oggi, festa del Corpo e del Sangue del Signore, mi dibatto in una incertezza paralizzante.
Parlerò dell’Eucaristia come vertice dell’amore di Dio che si è fatto nostro cibo? Dirò della presenza di Cristo che ci ha amati a tal punto da mettere la sua tenda in mezzo a noi? Spiegherò alla gente che partecipare al pane consacrato significa anticipare la gioia del banchetto eterno del cielo? Mi sforzerò di far comprendere che l’Eucaristia è il memoriale (che parola difficile, ma pure importante!) della morte e della risurrezione del Signore? Illustrerò il rapporto di reciproca causalità tra Chiesa ed Eucaristia, spiegando con dotte parole che se è vero che la Chiesa costruisce l’Eucaristia è anche vero che l’Eucaristia costruisce la Chiesa?
Non c’è che dire: sarebbero suggestioni bellissime, e istruttive anche, e capaci forse di accrescere le nostre tenerezze per il Santissimo Sacramento, verso il quale la disaffezione di tanti cristiani si manifesta oggi in modo preoccupante. Ma ecco che mi sovrasta un’altra ondata di interrogativi.
Perché non dire chiaro e tondo che non ci può essere festa del «Corpus Domini» finché un uomo dorme nel porto sotto il «tabernacolo» di una barca rovesciata, o un altro passa la notte con i figli in un vagone ferroviario? Perché aver paura di violentare il perbenismo borghese di tanti cristiani, magari disposti a gettare fiori sulla processione eucaristica dalle loro case sfitte, ma non pronti a capire il dramma degli sfrattati? Perché preoccuparsi di banalizzare il mistero eucaristico se si dice che non può onorare il Sacramento chi presta il denaro a tassi da strozzino; chi esige quattro milioni a fondo perduto prima di affittare una casa a un povero Cristo; chi insidia con i ricatti subdoli l’onestà di una famiglia?
Perché non gridare ai quattro venti che la nostra credibilità di cristiani non ce la giochiamo in base alle genuflessioni davanti all’ostensorio, ma in base all’attenzione che sapremo porre al «corpo e al sangue» dei giovani drogati che, qui da noi, non trovano un luogo di accoglienza e di riscatto? Perché misurare le parole quando bisogna dire senza mezzi termini che i frutti dell’Eucaristia si commisurano anche sul ritmo della condivisione che, con i gesti e con la lotta, esprimeremo agli operai delle ferriere di Giovinazzo, ai marittimi drammaticamente in crisi di Molfetta, ai tanti disoccupati di Ruvo e di Terlizzi?
Purtroppo, l’opulenza appariscente delle nostre quattro città ci fa scorgere facilmente il corpo di Cristo nell’Eucaristia dei nostri altari. Ma ci impedisce di scorgere il corpo di Cristo nei tabernacoli scomodi della miseria, del bisogno, della sofferenza, della solitudine. Per questo le nostre eucaristie sono eccentriche. Miei cari fratelli, perdonatemi se il discorso ha preso questa piega. Ma credo che la festa del Corpo e Sangue di Cristo esiga la nostra conversione. Non l’altisonanza delle nostre parole. Né il fasto vuoto delle nostre liturgie.
(fonte: Tonino Bello – Alla finestra la speranza. Lettere di un vescovo – Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo 1988)