S.AMBROGIO di GRION

Avvisi parrocchiali

DOMENICA 29 SETTEMBRE
GIORNATA del MIGRANTE e del RIFUGIATO

In questa occasione noi volontari assieme a don Rolando e don Federico, vogliamo aggiornare la nostre comunità parrocchiali su come procede il progetto “Rifugiato a casa mia”. Sono ormai passati tre anni da quando il progetto è iniziato Trebaseleghe in collaborazione con Fossalta, S. Ambrogio e Silvelle, ed ora siamo quasi giunti al termine del secondo percorso attivato. Attualmente seguono il progetto due giovani ragazzi che sono ospiti in un appartamento a Trebaseleghe.

Ecco una loro presentazione:

Io mi chiamo Abdoulaye, ho 22 anni e sono nato in Guinea, lì vivono mia mamma, le mie due sorelle e mio fratello, mentre mio papà è morto. Io non sono mai andato a scuola in Africa, nemmeno da bambino, perché dovevo aiutare mio papà nel negozio di scarpe e vestiti.
Sono venuto in Italia perché nel mio paese c’erano guerre tra etnie “mandinca e pular”, un giorno mio papà tornando dal lavoro è stato ucciso per strada da un’etnia diversa dalla nostra. Così mia mamma per paura che uccidessero anche noi, ha detto a me e a mio fratello di scappare, per poterci salvare. Lui non so dove si trova.
Dopo essere scappato nel 2013, a 17 anni sono arrivato il Libia, lì per sei mesi ho lavorato come muratore. Poi mi hanno messo in prigione, senza un motivo, lì mi picchiavano, ho preso davvero tante botte, mi hanno anche rotto i denti.
Per fortuna sono riuscito a scappare e mi sono imbarcato per l’Italia. Dopo una settimana sono arrivato a Lampedusa, il 28 agosto, dopo pochi giorni sono stato trasferito alla caserma Dosson dove sono rimasto per tre anni e poi in Caritas per tre mesi.
Il 1 giugno 2019 sono arrivato a Trebaseleghe, qui sono felice, ho un casa ma soprattutto un lavoro in una ditta qui in paese.
Il 21 ottobre devo ritornare in Africa per rifarmi il passaporto, ho un po’ di paura perché non so cosa mi succederà, spero vada tutto bene. Spero di avere un po’ di tempo per passare nel mio paese per salutare la mia mamma e le mie sorelle che non vedo dal 2013.
Il mio sogno è di poter rimanere in Italia a lavorare e farmi una famiglia, perché l’Italia mi ha salvato la vita.

Io mi chiamo Muda, ho 26 anni, sono nato in Benin, lì ho mia mamma e due sorelle.
Sono scappato da casa a 22 anni per salvarmi la vita. Il mio problema è stata una lite tra mio papà e dei vicini di casa che si erano impadroniti di un nostro terreno per dare da mangiare alle loro mucche. Mio papà ha chiesto aiuto alla polizia ma non si è risolto nulla. Allora lui ha cercato di farsi giustizia da solo, ma è stato picchiato ed io sono intervenuto per difenderlo.
Questo fatto ha comportato una situazione di pericolo per me e la mia famiglia, così sono scappato in Niger e poi in Libia.
Un giorno mi è stato detto: “Prendi tutti i soldi e scappa”, era notte, ci hanno portato in mare e costretti a salire sulle barche.
Sono arrivato in Sicilia poi mi hanno trasferito in caserma a Dosson e poi a Quinto. A novembre sono arrivato a Trebaseleghe e da subito ho trovato lavoro come saldatore in una ditta del paese.
Credevo di aver perso tutto, invece qui ho capito che posso essere più forte e farcela nel bene.
Se potessi vorrei tornare a vivere in Africa a casa mia, però sono contento di vivere anche qui in Italia. Ora che sono quasi alla fine del progetto, spero di trovare una casa per me e che il lavoro continui.
Sono molto grato a tutti voi, ringrazio don Rolando, don Federico e tutti i volontari che ci aiutano. Per tutto questo credo che siamo molto fortunati.