Quando si cammina in montagna capita di vedere delle TRACCE di animali, le impronte sulla neve, sulla terra, o sentire il verso di un uccello, di una marmotta, un capriolo.
Tracce che dicono una presenza, ma non sempre si vede l’animale. La traccia ci rimanda alla FEDE, fidarci di una presenza, fidarci che è passato in quel posto un animale, anche se in quel momento non vediamo, non sentiamo.
Cristo risorto, è l’annuncio di domenica scorsa, abbiamo festeggiato ma l’abbiamo riconosciuto presente nella nostra vita? Il rischio anche per noi come i discepoli di essere a porte chiuse nonostante l’annuncio di testimoni, (le donne al sepolcro, Pietro, Giovanni), di essere incapaci di riconoscerlo, di vedere i segni della sua presenza viva. Chiusi nelle nostre paure, nel nostro modo di ragionare, chiusi perché tocchiamo ancora con mano le nostre e altrui fragilità.
Gesù risorto viene, viene, anche se trova chiuso, non se ne va, anzi scavalca le nostre chiusure non si ferma perché la sua missione (sogno) è quello di essere con noi sempre per questo porta il saluto di pace: “Pace a voi”.
Viene e cosa mostra? Le mani e il fianco che sono i segni, le tracce della fedeltà del suo amore, del dono di se stesso per noi.
Ecco il primo messaggio: diventare abili nel riconoscere le tracce, i segni del suo amore per me, i segni della SUA MISERICORDIA, contro una cultura della morte, della rassegnazione, dell’individualismo che rinchiude.
Certo la fatica di Tommaso è anche la nostra, in questi giorni una persona mi ha chiesto come si fa a credere all’amore gratuito di Dio, sentirlo o vederlo dentro una prova. Certo non è facile credere, magari quando ci sono segni, tracce che ci testimoniano il contrario dell’amore, ci viene da scoraggiarci, da chiuderci ancora di più. Il dubbio di Tommaso, i nostri dubbi sono legittimi, perché incontrare Cristo vivo, sconvolge la vita, sconvolge tutti i nostri criteri.
Abili nel cuore e nell’intelligenza a riconoscere i segni questo ci aiuta a credere all’amore gratuito.
Penso a quando vedo le mani rovinate dal lavoro di alcune persone che vengono a ricevere la comunione, segno di passione, di vita spezzata, di fatica per mandare avanti la famiglia. I volti stanchi ma felici di chi vive un servizio verso i più piccoli, per chi è nel bisogno, nella solitudine. La prima lettura ci offre i segni che caratterizzano la presenza del risorto: una comunità che si ritrova insieme a pregare, l’interessamento sincero per chi è nella fatica, il sostenersi nei piccoli gesti di condivisione (la frazione del pane) dice la forza della COMUNITA’. Altro segno consiste in ogni volta che ci rialziamo dalle nostre cadute in forza del suo amore, del suo perdono.
Gesù però ci ha anche inviati: “Come il Padre ha mandato me anche io mando voi… ricevete lo Spirito Santo”.
Tradotto, significa: oggi voi siete tracce, segni della mia presenza, perché avete la mia vita in voi, la mia capacità di amare. L’opera e la presenza di Gesù continua in noi, allora non siamo solo le sue tracce, ma la sua presenza viva.
Noi non siamo di quelli che hanno visto Cristo risorto, beati se sapremo riconoscerlo in questi segni di testimonianza. Arriveremo anche noi a dire come Tommaso “Mio Signore e mio Dio” ogni volta che lo riconosciamo in noi nei gesti di dono, nelle mani forate, nel fianco squarciato e nei gesti delle persone vicine.
Credere a questo significa lasciarsi trasformare da lui. Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre. Sal 118