S.AMBROGIO di GRION

Avvisi parrocchiali

foglietto n. 39/2021

Domenica 19 Settembre 2021
XXV Domenica del Tempo Ordinario

Prenotazione delle Messe per i defunti: in canonica negli orari di apertura e in sacrestia prima e dopo le celebrazioni;

Alla domenica alla S. Messa ore 9.30 a S. Ambrogio – ore 10.30 a Silvelle: sono invitati i ragazzi che partecipano alla catechesi, ricordiamo alle famiglie l’importanza di questo incontro con Signore e la comunità.

ORATORI parrocchiali di S. Ambrogio e Silvelle per il ritrovo ragazzi e adolescenti:
gli spazi esterni per il gioco sono aperti al pomeriggio

Gesto di Carità: CESTO della CONDIVISIONE in Chiesa (aiuto alle famiglie del territorio, raccolta generi alimentari); per Centro Caritas a Levada, aperto il sabato pomeriggio;

Appuntamenti comunitari della settimana:
* Martedì 21 sett. ore 21.00 Oratorio S. Ambrogio: Incontro Gruppo della Sagra paesana;
* Mercoledì 22 sett. ore 20.45 Oratorio Silvelle: Incontro unitario delle catechiste delle elementari e medie della parrocchia;
* Giovedì 23 sett. ore 20.30 Oratorio S. Silvelle: Incontro del Gruppo della Sagra paesana e di tutti i volontari che collaborano nei vari servizi;
Oratorio di Silvelle ore 20.45: Incontro vicariale dei presidenti dell’Azione Cattolica;

Le Feste paesane 2021 nelle nostre comunità si svolgeranno in queste date:
* Parrocchia di Silvelle – dal 1 al 10 ottobre in due fine settimana, negli spazi esterni in Oratorio e davanti alla Chiesa; (con struttura esterna sul parcheggio davanti alla canonica)
* Parrocchia di S. Ambrogio – dal 23 al 31 ottobre in due fine settimana, negli spazi del nuovo Teatro e attorno alla Chiesa e al Parco delle Fontane; (non è previsto lo Stand gastronomico)

Questa settimana Incontro dei genitori dei bambini all’inizio dell’anno scolastico; per maggior sicurezza tutti gli incontri si svolgono in chiesa:
* Mercoledì 22 settembre al pomeriggio: per i bambini del Nido di Silvelle;
* Giovedì 23 settembre al pomeriggio: per i bambini del Nido e Scuola dell’Infanzia di S. Ambrogio;
* Venerdì 24 settembre al pomeriggio: per i bambini della  Scuola dell’infanzia di Silvelle;

COMMENTO AL VANGELO

Chi accoglie e abbraccia un bambino accoglie Dio
di E. Rocchi

Vangelo di Marco (9,30-37)

   Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande.

Un’alternanza di strade e di case: i tre anni di Galilea sono raccontati così da Marco. Sulla strada si cammina al ritmo del cuore; si avanza in gruppo; qualcuno resta un po’ indietro, qualcun altra condivide chiacchiere leggere con un amico, lasciando fiorire parole autentiche e senza maschere. Gesù ha lasciato liberi i discepoli di stare tra loro, per tutto il tempo che vogliono, con i pensieri che hanno, con le parole che sanno, senza stare loro addosso, controllare tutto, come un genitore ansioso. Poi il Vangelo cambia ambientazione: giungono in casa, e allora cambia anche la modalità di comunicazione di Gesù: sedutosi, chiamò i dodici e disse loro (sedette, chiamò, disse sono tre verbi tecnici che indicano un insegnamento importante): di cosa stavate parlando? Di chi è il più grande. Questione infinita, che inseguiamo da millenni, su tutta la terra.

Questa fame di potere, questa furia di comandare è da sempre un principio di distruzione nella famiglia, nella società, nella convivenza tra i popoli. Gesù si colloca a una distanza abissale da tutto questo: se uno vuol essere il primo sia il servo. Ma non basta, c’è un secondo passaggio: “servo di tutti”, senza limiti di gruppo, di famiglia, di etnìa, di bontà o di cattiveria. Non basta ancora: «Ecco io metto al centro un bambino», il più inerme e disarmato, il più indifeso e senza diritti, il più debole e il più amato! Proporre un bambino come modello del credente è far entrare nella religione l’inaudito. Cosa sa un bambino? Il gioco, il vento delle corse, la dolcezza degli abbracci. Non sa di filosofia, di teologia, di morale. Ma conosce come nessuno la fiducia, e si affida. Gesù ci propone un bambino come padre nella fede. «Il bambino è il padre dell’uomo» (Wordsworth).

I bambini danno ordini al futuro, danno gioia al quotidiano. La casa ha offerto il suo tesoro, un cucciolo d’uomo, parabola vivente, piccola storia di vita che Gesù fa diventare storia di Dio: Chi lo abbraccia, abbraccia me! Gesù offre il suo tesoro: il volto di un Dio che è non onnipotenza ma abbraccio: ci si abbraccia per tornare interi (A. Merini), neanche Dio può stare solo, non è “intero” senza noi, senza i suoi amati. Chi accoglie un bambino accoglie Dio! Parole mai dette prima, mai pensate prima. I discepoli ne saranno rimasti sconcertati: Dio come un bambino! Vertigine del pensiero. L’Altissimo e l’Eterno in un bambino? Se Dio è come un bambino significa che devi prendertene cura, va accudito, nutrito, aiutato, accolto, gli devi dare tempo e cuore (E. Hillesum).

Non puoi abbandonare Dio sulla strada. Perché Dio non sta dappertutto, sta soltanto là dove lo si lascia entrare (M. Buber).