S.AMBROGIO di GRION

Avvisi parrocchiali

foglietto n. 38/2021

Domenica 12 Settembre 2021
XXIV Domenica del Tempo Ordinario

Prenotazione delle Messe per i defunti: in canonica negli orari di apertura e in sacrestia prima e dopo le celebrazioni;

Celebrazione comunitaria Anniversari di Matrimonio:
Domenica 26 Settembre S. Messa ore 11.00 a S. Ambrogio;

ORATORI parrocchiali di S. Ambrogio e Silvelle per il ritrovo ragazzi e adolescenti:
gli spazi esterni per il gioco sono aperti al pomeriggio

Gesto di Carità: CESTO della CONDIVISIONE in Chiesa (aiuto alle famiglie del territorio, raccolta generi alimentari); per Centro Caritas a Levada, aperto il sabato pomeriggio;

* Anno Scolastico 2021 – 2022: inizia la Scuola per i nostri ragazzi e adolescenti, ricordiamo il loro impegno personale, il compito degli insegnati e la collaborazione dei genitori nel mondo della scuola in tutti gli ambiti e non solo quello del profitto.

Appuntamenti comunitari della settimana:
* Lunedì 13 sett. ore 20.30 Oratorio S. Ambrogio: Incontro degli sposi che celebrano l’anniversario di matrimonio;
* Martedì 14 sett. ore 21.00 Oratorio S. Ambrogio: Incontro responsabili della Sagra paesana per definire programma e modalità di svolgimento;
* Mercoledì 15 sett. Festa della Beata Vergine Addolorata a Silvelle: ore 19.30 S. Rosario per gli ammalati – ore 20.00 S. Messa per le famiglie;
* Giovedì 16 sett. ore 20.30 Oratorio S. Ambrogio: Incontro del Gruppo adulti che animano l’Oratorio parrocchiale;
* Venerdì 17 sett. ore 20.30 in Canonica S. Ambrogio: Incontro unitario delle catechiste delle elementari e medie della parrocchia;

Domenica prossima 19 settembre:
* S. Messa ore 9.30 a S. Ambrogio: sono invitati i ragazzi che partecipano alla catechesi, ricordiamo alle famiglie l’importanza di questo incontro con Signor e la comunità.

COMMENTO AL VANGELO

La domanda di Gesù che interroga il mio cuore
di E. Rocchi

Vangelo di Marco (8,27-35)

   Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. (…)

Le tante domande del vangelo funzionano come punto di incontro tra lui e noi. La gente, chi dice che io sia? Non un semplice sondaggio per misurare la sua popolarità, Gesù vuole capire che cosa del suo messaggio ha raggiunto il cuore. Si è accorto che non tutto ha funzionato nella comunicazione, si è rotto qualcosa in quella crisi galilaica che tutti gli evangelisti riferiscono. Infatti, la risposta della gente, se può sembrare gratificante, rivela invece una percezione deformata di Gesù: per qualcuno è un maestro moralizzatore di costumi (“dicono che sei Giovanni il Battista”); altri hanno percepito in lui la forza che abbatte idoli e falsi profeti (“dicono che sei Elia”); altri ancora non colgono nulla di nuovo, solo l’eco di vecchi messaggi già ascoltati (“dicono che sei uno dei profeti”).

Ma Gesù non è niente fra le cose di ieri. È novità in cammino. E il domandare continua, si fa diretto: ma voi chi dite che io sia? Per far emergere l’ambiguità che abita il cuore di tutti, Gesù mette in discussione se stesso.

Non è facile sottoporsi alla valutazione degli altri, costa molta umiltà e libertà chiedere: cosa pensate di me? Ma Gesù è senza maschere e senza paure, libero come nessuno. Tu sei il Cristo, si espone Pietro, il senso di Israele, il senso della mia vita. A questo punto il registro cambia e il racconto si fa spiazzante: Gesù cominciò a insegnare che il Cristo doveva molto soffrire e venire ucciso e il terzo giorno risorgere. Come fa Pietro ad accettare un messia perdente? «Tu sei il messia, l’atteso, che senso ha un messia sconfitto?». Allora lo prende in disparte e comincia a rimproverarlo. Lo contesta, gli indica un’altra storia e altri sogni. E la tensione si alza, il dialogo si fa concitato e culmina in parole durissime: va dietro di me, satana. Il tuo posto è seguirmi.

Pietro è la voce di ogni ambiguità della vita, questo fiume che trasporta tutto, fango e pagliuzze d’oro, e attraversa macchie di sole e zone d’ombra; dà voce a quell’ambiguità senza colpa (G. Piccolo), per cui le cose non ci sono chiare, per cui nelle nostre parole sentiamo al tempo stesso il suono di Dio (non la carne o il sangue te l’hanno rivelato) e il sussurro del male (tu pensi secondo il mondo).

La soluzione è quella indicata a Pietro («va dietro di me»). Gesù ha dato una carezza alle mie ferite, ha attraversato le mie contraddizioni e mi fa camminare proprio lì, lungo la «linea incerta che addividi la luci dallo scuru» (A. Camilleri).