E’ una bella espressione e richiesta perché tante volte non sappiamo cosa chiedere a Dio, oppure è difficile capire cosa Dio vuole da noi, è difficile capire come essere discepoli, capire anche Gesù.
Le parole di Gesù sono ancora una volta impegnative, se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre…, portare la propria croce, rinunciare a tutti i propri averi.
C’è il dono della sapienza che ci aiuta a capire ciò che da gusto alla vita, a capire ciò che ha veramente valore nelle relazioni, nella vita. La sapienza ci aiuta a guardare il mondo, noi stessi con gli occhi di Dio e farci capire ciò che veramente conta. Ci aiuta anche a capire cosa significano le parole di Gesù, ad essere suoi veri discepoli.
Il primo aspetto è amare di più. Per essere discepoli Gesù non ci chiede di contrapporci agli affetti più profondi, con genitori, fratelli moglie… ma amare di più. Amare di più significa fare riferimento a lui per poter amare ancora di più in pienezza le persone a noi vicine. Guardare a lui per imparare ad amare in verità e bellezza le persone, con rinnovato respiro, slancio di vita.
Il secondo, portare la propria croce. La croce non è la disgrazia, la prova, il fallimento che può capitarci. Ma portare la croce è affrontare la vita secondo la logica di Gesù che è morto in croce, cioè la logica dell’amore totale, gratuito, che non si arrende, che è fedele fino alla fine. Quante volte vorremmo scappare dalle situazioni, portare la croce è rimanere non passivamente e subendo ma con rinnovato slancio di dono per la vita degli altri. Rimanere imparando a ringraziare, a chiedere perdono disponibili a ripartire.
Il terzo aspetto rinunciare a tutti i propri averi per essere discepoli. Rinunciare, lasciare tutto ciò che ci pesa per che ci impedisce di amare come Gesù ci ha amato. Tante volte siamo attaccati sull’avere, sul dimostrare che siamo capaci di fare, di risolvere situazioni e non ci curiamo di essere. Esserci nelle relazioni, vivere le proprie emozioni, la consapevolezza di essere amati avere dignità e di donare agli altri la bellezza che siamo. Lasciare l’immagine, l’apparire, la superficialità per esserci come presenza di sostanza per gli altri.
Donaci la un cuore saggio, affinché possiamo fermarci, ascoltare, possiamo valutare se veramente siamo disponibili ad essere discepoli così come Gesù ci chiede per essere testimoni del volto di Dio amante della vita.