S.AMBROGIO di GRION

Avvisi parrocchiali

Arricchire, chi nella vita non vorrebbe arricchire? Anche Gesù ce lo indica come cammino, ma lo specifica: arricchire presso Dio.

Arricchire significa avere di più, arricchire presso Dio è essere di più.  Le letture di oggi sono un invito a fermarci e guardare il nostro rapporto con i beni, con le cose che possediamo. Si parte da una situazione odierna, dividere l’eredità. Anche oggi quante situazioni di sofferenza divisione, chiusure, cattiveria per l’eredità, per un pezzo di confine.

Il vangelo con la parabole mette in luce una male presente nella società di oggi, anche in noi: l’idolatria dell’individualismo e dell’autosufficienza. L’individualismo: al centro c’è l’io, il pensare per sé, il prima per me, poi gli altri. Con l’illusione che la felicità risieda nel possedere sempre di più, più ho più sono sicuro. Questo tante volte ci fa vivere male, con affanni, non ci fa vedere quello che già abbiamo, ma guardiamo sempre quello che ci manca.

L’autosufficienza è il pensare di bastare a se stessi, non aver bisogno degli altri, ho i soldi, ho il capitale, ho messo da parte tanto, sono apposto.  Penso che oggi ci troviamo a fare i conti con persone che vivono così, proiettate sull’avere di più, che si lamentano che manca sempre qualcosa.

Le letture ci propongono anche una terapia a questa malattia, in tre atteggiamenti: il distacco, il riorientamento, la condivisione.

Il distacco: significa imparare la giusta distanza dalle cose. Queste servono per vivere, per gustare la bellezza di Dio, per stare meglio non per affannarci. Il Qoèlet nella prima lettura ci ricorda la vanità delle cose, si lavora, si fa tanti sacrifici e poi altri godono, oppure lasciamo tutto qui con la morte. Questo non significa che i beni sono sbagliati ma dobbiamo imparare il giusto uso, il giusto distacco per gustarli senza lasciarci prendere dalla smania di volere sempre di più.

Il riorientamento: Paolo ci invita a cercare le cose di lassù. Non significa vivere staccati dal mondo, con la testa tra le nuvole, come se i problemi, i bisogni non ci fossero, ma ci invita a dare una giusta direzione imparando a rinunciare alle logiche del mondo spesso contrassegnate dall’egoismo, al non guardare in faccia a nessuno pur di avere di più, alla cupidigia. Questo è il rinnovamento, la nuova direzione da prendere.

La condivisione: il dramma di quell’uomo ricco non è l’aver tanto, aver fatto una buona annata, ma è la parola mio, io: anima mia, i miei granai, io farò… Non si accorge di chi è nel bisogno, pensa solo a se stesso.  Per il vangelo i beni in più sono per condividere. Chiediamo di aprire occhi e cuore per accorgerci di chi è nel bisogno, non solo di beni materiali, ma anche di una parola, di un po’ di ascolto, di un sostegno e poter condividere. A volte è il bene che possiamo fare e non facciamo, la nostre omissioni.

Il distacco, il riorientamento, la condivisione ci aiutano ad arricchire presso Dio: accogliere che siamo creature, a godere dei beni, a condividerli affinché tutti possano vivere. Non è più consumare cose o persone ma imparare a costruire legami per la vita, costruire relazioni attraverso il nostro donarci e accogliere. Questo ci arricchisce davanti a Dio.