Il vangelo di oggi ci coinvolge tutti nella missione per conto di Dio. In che cosa consiste questa missione?
Consiste nel portare a tutti il Regno di Dio, dire a tutti con la vita e la parola che Dio è vicino si prende cura dell’umanità.
C’è una messe da raccogliere, cioè Gesù vede nel mondo non un disastro ma un’opportunità dove portare la buona notizia che è la cura di Dio per l’umanità. Questa buona notizia è che Dio si è fatto vicino, è portare vita, cioè cura consolazione nutrimento. E’ l’immagine della mamma che allatta…
Chi è coinvolto in questa missione?
Tutti noi in forza del battesimo ricevuto. E’ la bellezza di essere unici, titolari, non riserve nella squadra di Dio. Gesù ci manda a due a due per dire la bellezza del sostegno reciproco, per dire che ognuno è importante dentro una relazione, per dire che ci si salva dentro le relazioni non da autonomi. Per dire la sua presenza nell’essere insieme: dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro.
Come andare in missione?
Il primo aspetto PREGATE, pregare perché la messe è molta e gli operai sono pochi. Pregare perché tutti si sentano coinvolti, perché tutti abbiamo questo sguardo di fiducia sul mondo per portare la presenza di Dio.
Andare: in semplicità, senza pretesa, confidando su ciò che di bello si deve portare con la nostra vita senza l’eccessiva preoccupazione dei mezzi. Andare fidandosi che Dio provvederà.
Entrare nelle case e portare la pace. Abbattere i muri, incontrare le persone lì dove vivono e portare la pace che va costruita artigianalmente, a cominciare proprio dalle case, dalle famiglie, dal piccolo contesto in cui ciascuno vive» (papa Francesco). Pace è una parola da riempire di gesti, di muri da abbattere, di perdoni chiesti e donati, di fiducia concessa di nuovo, di accoglienza, di ascolti, di abbracci.
Restate mangiando e bevendo: non correre via, non relazioni veloci, superficiali da usa e getta. Ma il rimanere e mangiare è l’esperienza della condivisione dove ci si sporca le mani, in quel condividere si porta la salvezza. Restare significa dare tempo, spazio, non mi tiro indietro, ma ci sono, puoi contrare sulla mia presenza, perché la cura, la guarigione richiedono tempo, costanza. Il restare è segno della fedeltà di Dio per l’umanità. E’ il far sentire sostenuti, a volte non si possono cambiare certe situazioni, ma si può aiutare a viverle…
Guarite i malati, è l’atteggiamento della cura. Ci sono malattie che bloccano il cuore, le relazioni. E’ curare quelle ferite date dall’orgoglio, dall’egoismo, dell’indifferenza…
Scuotete la polvere dai sandali, c’è anche la possibilità del rifiuto, Gesù ribadisce che non c’è spazio per la condanna o maledizione per chi rifiuta, per chi non accoglie, ma il gesto sta a dire che hanno perso una possibilità e tuttavia anche a queste persone è importante dire che il regno di Dio è vicino.
Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli… non perché siamo stati bravi, o abbiamo vinto, ma è la gioia dell’anagrafe celeste, la gioia di vedere la vita rifiorire grazie anche al proprio contributo.