Di solito in una giornata siamo sempre di corsa, il tavolo diventa il luogo dove ci si può fermare, almeno se non si mangia in velocità. Intorno al tavolo possiamo stare seduti, fermarci, condivider il cibo e la giornata vissuta, quello che ci è capitato. Diventa momento di nutrimento grazie proprio all’ascolto, al sentire che c’è qualcuno per me che mi ascolta, che mi fa spazio e che posso confidarmi senza problemi. Intorno a quel tavolo si possono intrecciare sguardi, parole, silenzi…
Nel vangelo di oggi Gesù sale sul monte e lì avviene qualcosa una cambiamento una trasformazione. Possiamo dire che per i discepoli il tavolo è diventato quel monte in quanto hanno fatto esperienza di qualcosa di grade hanno ricevuto l’indicazione di ascoltare Gesù.
La trasfigurazione di Gesù avviene in un omento particolare dove Gesù ha già annunciato che dovrà patire, essere messo a morte e risorgere. E’ la va della croce una via un po’ scomoda, non molto attraente per i discepoli. Una via dove Gesù ci indica la capacità di trasformare il tradimento, il fallimento le ferite il rifiuto in rinnovato gesto di dono in piena libertà.
I discepoli fanno fatica capire ciò, Gesù li porta con se per vivere un’esperienza di ascolto e dentro un momento di preghiera avviene la sua trasfigurazione un esperienza forte di bellezza, di luce che fa intuire la meta del cammino della croce che è la vita piena, il portare luce e vita. Pietro resta affascinato e vorrebbe fissare quel momento per sempre. E’ importante anche per noi saper riconoscere questi bei momenti, dove abbiamo fatto esperienza della bellezza dell’amore gratuito che da vita rimette in piedi. Ma anche dobbiamo stare attenti di non voler metterci in cammino in gioco attraverso la via della croce per arrivare a questa meta.
Una voce indica la strada il percorso da vivere: questi è il figlio mio, l’eletto ascoltatelo. Se vogliamo uscire dalla chiusura dalla staticità, l’invito è quello di ascoltare Gesù. Ascoltare significa fare spazio alla sua parola, fidarsi che la via della croce porta alla vita nostra e degli altri.
La preghiera diventa quel tavolo dove ci sono io e il vangelo, l’ascolto della parola di Dio per creare quell’intimità, quell’incontro che giorno dopo giorno mi trasforma, anzi mi trasfigura, mi rende capace di amare come Gesù. Diventa luogo dove io porto la mia vita le mie preoccupazioni, pensieri, fatiche e faccio spazio alla sua voce che possa sostenere e illuminare il mio cammino. Voce che mi fa riscoprire che Dio si è impegnato con me in una alleanza eterna e non si tira mai indietro. Luogo dove posso essere vero con me stesso scendere in profondità e lasciarmi plasmare da lui per riscoprire il vero volto di Dio e il mio volto agli occhi suoi.
Sediamoci attorno a questo tavolo, apriamo cuore orecchi e occhi per lasciarci incrociare attraverso la parola di Dio dallo sguardo di Gesù per trovare forza rinnovata nel nostro cammino.