In questa quarta domenica di avvento la nostra terra è abitata da strumenti di lavoro.
Lo strumento è un segno di profezia, di speranza, di una promessa che si realizza, in quanto serve per preparare la terra perché accolga il seme che poi porta frutto.
Quando si usa uno strumento è segno che c’è promessa di vita su quella terra.
Così oggi le letture ci presentano Giovanni Batista, lui si definisce come un testimone per dare testimonianza alla luce. Giovanni è strumento che serve per indicare la luce vere che viene nel mondo: Gesù Cristo. Lui è voce che grida di preparare la via al Signore.
Ecco l’invito di questa domenica: imparare a riconoscere gli strumenti che ci indicano la luce vere, che ci aiutano con la loro parola e testimonianza a riconoscere e ad accogliere l’Emmanuele il Dio con noi. Colui che viene annunciato dal profeta Isaia nella prima lettura: mi ha mandato a portare il lieto annuncio, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà agli schiavi, la scarcerazione ai prigionieri… Questo porta a realizzare la promessa di vita, di bene di felicità che è data da un sentirci terra abitata in ogni nostra situazione.
Gli strumenti servono per indicare la luce e così preparare la terra per accogliere Gesù. Quali strumenti usare? Chi sono questi strumenti?
Un primo strumento di luce è la parola di Dio. Usare la parola di Dio per lavorare la terra della nostra vita. Quanto è presente nella nostra vita, quanto la usiamo, cioè la leggiamo quotidianamente, ci fidiamo di esse anche e fidarci e lasciarci illuminare da tante altre parole.
La parola di Dio ci indica come riconoscere Gesù presente nella nostra vita. In mezzo a voi sta uno che non conoscete…
Altro strumento di lavoro sono i genitori, i figli guardano i genitori. Ci lamentiamo tante volte dei figli, dei ragazzi, ma essi sono uno specchio dei genitori. Mi colpisce quando nel battesimo il papà accende la luce al cero pasquale e come il piccolo è attirato da questa luce. Genitori essere luce che attira i figli, che li aiuta a scoprire e guastare la presenza di Gesù nella propria vita perché per primi hanno scoperto e gustato questa presenza.
Un altro strumento sono gli anziani, gli ammalati, chi vive una situazione di povertà, con la loro “inutilità”, fragilità sono una luce che ci richiama l’importanza di prendersi cura dell’umanità. Luce che ci indica che Dio è venuto ad abitare nella carne umana di ognuno e proprio nel prendersi cura di questa carne umana sta il riconoscere la sua presenza.
Un altro strumento sono i bambini, sono luce perché loro si fidano di noi adulti. Ecco uno strumento necessario imparare a fidarsi della nostra umanità che è una terra promessa perché abitata da Dio.
La luce messa sulle case ci aiuta a richiamare le luci vere che ci aiutano a sperimentare la presenza del Signore che viene?
Chiediamo di saper distinguere le luci vere che sono strumento necessario per accogliere il Dio con noi.